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Danseuse burlesque (satyric dancer), 1926 – André Kertész – Ministère de la Culture et de la Communication / Médiathèque de l’architecture et du patrimoine / Dist Rmn © Donation André Kertész

24 febbraio – 17 giugno 2018
Sottoporticato

 

André Kertész, la vita
 
Andor Kertész, vero nome di battesimo di André, nasce a Budapest nel 1894 da una famiglia di origini ebree. Inizia a fotografare nel 1912, anno in cui si laurea all’Accademia di Commercio e trova lavoro come impiegato alla Borsa di Budapest. Nel 1914 presta servizio come volontario nell’esercito austro-ungarico durante la Prima Guerra Mondiale, della quale riporta un racconto fotografico intimo e personale.
Negli anni che precedono la sua partenza per la Francia, quando la fotografia per Kertész era ancora un hobby, inizia a coltivare la sua sensibilità poetica per il mezzo. Compone un portfolio con ritratti, sperimentazioni compositive e paesaggi rurali.
Con il tempo Kertész, frustrato dal lavoro d’impiegato, matura la decisione di trasformare la sua passione per la fotografia in un mestiere. Così nel 1925 lascia l’Ungheria per Parigi, città a quell’epoca protagonista culturale di un forte fermento artistico.
Una volta a Parigi entra a far parte del circolo degli ungheresi con cui passa volentieri le serate al Café du Dôme, nel quartiere di Montparnasse. Qui entra in contatto con i maggiori artisti del XX secolo come Man Ray, Berenice Abbott, Fernand Léger, Piet Mondrian e con le rivoluzionarie idee delle avanguardie storiche del Surrealismo, Dadaismo e Costruttivismo Russo.
In questi anni Kertész trova nelle strade della Ville Lumiére e nell’anonimo scorrere della vita il soggetto privilegiato dei suoi scatti.
Pioniere del modernismo fotografico, Kertèz è stato uno dei rappresentanti più illustri, insieme a Paul Strand, Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Walker Evans, Edward Weston e Eugene Atgét, della fotografia Straight. Influenzato delle nuove prospettive del costruttivista russo Aleksandr Rodcenko e dalle sperimentazioni dell’artista del Bauhaus tedesco Laszló Moholy-Nagy, l’opera di Kertész è stata sin da subito un punto di riferimento per grandi maestri come Henri Cartier-Bresson, Robert Capa e per la generazione post-guerra di fotografi come Robert Frank, Garry Winogrand, Lee Friedlander e Lisette Model.
Nel 1936, in seguito alla proposta di un contratto lavorativo di un anno da parte dell’agenzia americana Keystone, si trasferisce a New York con l’adorata moglie Elizabeth. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale prolunga il soggiorno della coppia che, per via delle origini ebraiche, non può rientrare in Europa. Durante i primi anni americani, il lavoro di Kertész viene per molto tempo ignorato e ben presto scioglie il contratto con l’agenzia Keystone a favore dell’attività di freelance. Nonostante i suoi lavori appaiano in importanti riviste come Harper’s Bazaar e House & Garden, si ritrova in grandi difficoltà economiche.
Parallelamente al lavoro, Kertész continua la sua ricerca artistica in solitudine.
Il 1964 è l’anno della svolta e l’inizio di una nuova fase. John Szarkowsky, all’epoca curatore del dipartimento di fotografia del Metropolitan Museum of Modern Art (MoMA) di New York, riabilita l’opera di Kertész riconoscendo la significativa influenza di questa nel contesto artistico del dopoguerra e gli dedica una grande mostra retrospettiva. A questa seguono altre importanti esposizioni in tutto il mondo come quella alla Bibliothèque National di Parigi, all’Art Institute of Chicago, al Moderna Museet di Stoccolma e importanti pubblicazioni.
La ritrovata serenità viene bruscamente interrotta nel 1977 dalla morte della moglie Elizabeth, sopraggiunta dopo una lunga malattia.
Seguiranno molti viaggi in tutto il mondo, soprattutto a Parigi e in Francia, fino alla scomparsa avvenuta il 28 settembre 1985 nel suo appartamento newyorkese.


Sottoporticato
Palazzo Ducale
piazza Matteotti, 9
16123 Genova


Orari:
da martedì a domenica 11-19
chiuso il lunedì


Biglietti:
intero 10€
ridotto 8€
scuole 4€

Biglietti congiunti:
con mostra Picasso. Capolavori dal museo Picasso, Parigi:
intero 17€
ridotto 15€
con mostra Antonio Ligabue:
intero 15€




I visitatori sono tenuti a lasciare all’ingresso delle zone espositive bagagli e a depositare negli appositi armadietti borse voluminose e zaini.
Negli spazi espositivi e congressuali è inoltre vietato:
- introdurre animali, ad eccezione di quelli utili per accompagnare le persone disabili, e qualunque oggetto che per le sue caratteristiche possa rappresentare un rischio per la sicurezza delle persone, dell’edificio, delle strutture;
- effettuare riprese fotografiche e audiovisive non autorizzate o in deroga con le norme esposte alla biglietteria;
- fumare in tutti i locali della Fondazione;
- usare il cellulare all’interno degli spazi espositivi;
- consumare cibi e bevande.
Altri divieti possono essere imposti in biglietteria o direttamente nelle zone espositive per ragioni di sicurezza
L’intera carta dei Servizi di Palazzo Ducale è consultabile qui




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