Bach: la musica senza nome

3 maggio 2016, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio
Federico Leoni
La musica di Bach unisce estremi. Ci parla di un ordine impassibile, di un universo dall’eleganza inumana, di una complessità tecnica ineguagliata. E insieme ci sprofonda nel gioco delle passioni umane troppo umane, le passioni della gioia e della tristezza, della disperazione e dell’abbandono. La perfetta geometria del contrappunto esplode di quando in quando nel soffio scomposto delle voci o nell’incerto ansimare degli archi e dei flauti. Anche la vita di Bach è divisa tra piani opposti: da un lato l’artista che si fa servo di un assoluto, scriba della musica di Dio; dall’altro il cortigiano attento ai labirinti del palazzo, l’interprete sottile dei desideri impalpabili della committenza. Il segreto di quegli opposti sembra consegnato a una domanda insondabile: che cos’è un servo? di che cosa è servo un servo? che cosa desidera, nei due sensi del genitivo, il desiderio “della musica”?
Federico Leoni
Insegna Filosofia morale al Dipartimento di scienze umane dell’Università degli Studi di Verona, dove è anche coordinatore del Centro di ricerca “Tiresia” per la filosofia e la psicoanalisi. Insegna inoltre all’Irpa (Istituto di ricerca per la psicoanalisi applicata) di Milano. Tra i suoi libri, Habeas corpus. Sei genealogie del corpo occidentale (2008), L’idiota e la lettera. Quattro saggi sul Flaubert di Sartre (2013), Descartes. Una teologia della tecnologia (2013), Jacques Lacan, l’economia dell’assoluto (2016).
rassegna Psicologia dell’arte