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Scrivere di scuola – Affinati

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Eraldo Affinati

Sala del Minor Consiglio

17 dicembre 2009, ore 16.00

Ascolta gli interventi: play mp3 20091217affinati.mp3

Sarà lo scrittore Eraldo Affinati ad aprire giovedì 17 dicembre il ciclo “Scrivere di Scuola” a Palazzo Ducale di Genova. A partire dalle ore 16, nella Sala del Minor Consiglio, parlerà – tra l’altro – della sua esperienza di insegnante di italiano e storia ai minorenni della Città dei Ragazzi, la comunità fondata a Roma nel secondo dopoguerra da monsignor John Patrick Carroll-Abbing per accogliere i bambini senza famiglia.

“Sento l’insegnamento e la scrittura – dice Affinati in un’intervista – molto legati fra di loro perché entrambi sono legati alla responsabilità della parola: la parola presente nell’insegnante è la parola orale mentre nello scrittore è la parola scritta. E questa parola non è soltanto una voce o un pezzo di carta, ma è qualcosa che ci chiede un impegno quotidiano. Dobbiamo essere all’altezza delle nostre parole. In questo senso credo di essere riuscito a legare queste due attività della mia vita, l’insegnante e lo scrittore.”

Tra i libri di Affinati ricordiamo proprio La Città dei Ragazzi (2008) in cui lo scrittore romano offre una testimonianza concreta e una riflessione intensa sulla “passione per lrsquo;insegnamento che nasce dal cuore”. Affinati narra una storia particolare, dove si intrecciano un viaggio in Marocco con due allievi, il rapporto di un insegnante con la comunità di recupero della Città dei Ragazzi, le storie dei ragazzi stranieri, tra cui moltissimi musulmani, e quella travagliata della famiglia dell’autore.

Che cos’è la Città dei ragazzi

In base all’art. 3 dello Statuto, l’Opera si propone di “(…) provvedere all’assistenza, all’educazione sociale e professionale dei ragazzi” privi di un valido supporto familiare ed esposti a rischi di devianza. Le finalità educative della Città dei Ragazzi sono espresse nel sogno stesso del suo Fondatore: incarnare, cioè, un ambiente in cui il principio degli antichi “Maxima debetur puero reverentia” fosse una realtà. Lo strumento pedagogico che caratterizza questa realtà fin dalla sua fondazione è l’Autogoverno, che regolamenta la vita comunitaria.

L’Autogoverno è un metodo educativo che richiede la partecipazione attiva dei ragazzi, sviluppando in loro il senso di responsabilità e di appartenenza alla comunità. Secondo il progetto di Mons. Carroll-Abbing, l’Autogoverno prepara alla vita perché permette ai cittadini di interiorizzare le norme e le leggi e di inserirsi in maniera responsabile nella società.
I cardini dell’Autogoverno sono fissati in una Costituzione interna, che stabilisce i principi e l’ordinamento della Città. L’organo sovrano è l’Assemblea cittadina, che si riunisce periodicamente sotto la Presidenza del Sindaco, da essa eletto, per discutere e risolvere i problemi della vita cittadina.

La Città dei Ragazzi si presenta, quindi, come un normale ente locale, un piccolo comune dotato di strutture politiche, amministrative, economiche finanziarie proprie, gestite dagli stessi ragazzi. Il Sindaco, dopo l’elezione, nomina il Giudice, per amministrare la giustizia, e la Giunta, formata da quattro Assessori: Igiene, Finanze, Sport e Tempo Libero, Ristorazione.

La moneta interna, con la quale avvengono gli scambi commerciali e i rapporti economici nella Città, è denominata Scudo, che i ragazzi guadagnano dimostrando di applicarsi in modo serio e responsabile in tutte le loro attività sia scolastiche che extra scolastiche. Questa moneta viene utilizzata per le piccole spese nel bazar e, depositata nella banca cittadina, può essere convertita in Euro secondo un cambio fisso 1Sc = € 0,01.

Link correlati:
www.comune.genova.it

  




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