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Fabio Cavallucci

fabio cavallucci

Lucio Fontana
Un taglio verso lo spazio

 
23 novembre 2016, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio

 
 
 

Forse perché in Argentina, lontano dalla situazione italiana aveva attraversato un periodo di “ritorno all’ordine”, Lucio Fontana nel Manifiesto Blanco (1946) riprende le istanze avanguardiste e le rilancia immaginando un’arte che sia in grado di spingersi oltre i confini del quadro e della scultura, in parallelo con le proposte scientifiche e tecnologiche moderne. Apre così l’attività del Movimento spazialista, di cui firmerà altri manifesti in Italia, negli anni successivi. Dai Concetti spaziali ai Tagli, la ricerca di Fontana si dispiega in un anelito a superare la superficie, ad andare oltre la dimensione del quadro, per captare lo spazio cosmico e le dimensioni che si trovano oltre la realtà. A partire dal 1949, con l’Ambiente spaziale a luce nera di wood, l’artista ha realizzato anche numerosi ambienti, esempi precorritori della ricerca sviluppata dall’Arte concettuale e dall’Environmental Art degli anni Sessanta.

Fabio Cavallucci
Romagnolo, nato nel 1961 a Santa Sofia nella provincia di Forlì-Cesena, è direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato che ha riaperto al pubblico, ampliato e rinnovato, il 16 ottobre 2016.
Nel 1990 fonda la Galleria di Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia che coordina fino al 1998. Dal 2001 al 2008, dirige la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento dove crea e guida la rivista Work. Art in progress.
Ha ideato e curato il Premio Internazionale della Performance (2005-2008) e tra il 2006 e il 2008 è stato coordinatore di Manifesta 7. Biennale europea di arte contemporanea, svoltasi nel 2008 in Trentino Alto Adige.
Nel 2010 è stato direttore artistico della XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara e nello stesso anno diviene direttore del Centro d’Arte Contemporanea Castello Ujazdowski di Varsavia con il quale ha collaborato quattro anni.

Per la prima volta il ciclo Novecento italiano oltre il pop affianca le relazioni degli esperti all’ esposizione di alcune opere provenienti da un’importante collezione privata milanese: in questa sala, dal 16 novembre all’ 11 dicembre, una selezione di lavori di Manzoni, Fontana, Rotella e Boetti offrono lo spunto ai relatori per raccontare al pubblico il ruolo di questi maestri nell’Italia del Dopoguerra, del boom economico e del consumismo, con voci talvolta molto diverse dalla parlata Pop.


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