Rubaldo Merello tra divisionismo e simbolismo
Segantini, Previati, Nomellini, Pellizza
6 ottobre 2017 – 4 febbraio 2018
Segantini, Previati, Nomellini, Pellizza
Grubicy e il mito di Segantini
Con la prematura scomparsa di Giovanni Segantini, morto il 28 settembre 1899 sul ghiacciaio dello Schafberg e seppellito nel piccolo cimitero di Maloja, nasce il mito del maestro della montagna, pioniere delle ricerche divisioniste e autore di suggestivi paesaggi alpestri che ispirarono le ricerche di numerosi artisti.
Suo mentore era stato il gallerista e critico d’arte Vittore Grubicy che, dopo aver introdotto in Italia le teorie relative alla scomposizione della luce e del colore, iniziò lui stesso, verso il 1884, ad applicare tale dottrina estetica a una ricerca pittorica influenzata dalle coeve ricerche olandesi e ispirata da un acceso sentimento empatico con la natura.
Il fratello Alberto Grubicy svolse un’instancabile attività espositiva in Italia e all’estero per promuovere le ricerche divisioniste, incluse quelle delle più giovani generazioni.
Dopo aver esposto nel 1901, in occasione della rassegna di pittura organizzata a Genova presso lo studio del fotografo Rossi, tre opere di Segantini, organizzò infatti a Parigi nel 1907 il Salon des Peintres Divisionnistes Italiens, al quale partecipò anche Rubaldo Merello, presente pure a due sue successive mostre: nel 1911 al Museo Segantini di Sankt Moritz e nel 1921 al Museo del Paesaggio di Pallanza.
Previati e il paesaggio ligure
Fu nel 1901 che Gaetano Previati iniziò a soggiornare con regolarità a Lavagna, dove si traferì stabilmente nel 1918, per morirvi infine due anni più tardi.
Lontano dal frastuono della metropoli milanese, i lunghi periodi trascorsi nel paese della Riviera di levante furono per lui momenti di grande tranquillità interiore che favorirono una rinnovata felicità creativa. Grazie a «un più intimo contatto con la natura nell’aria aperta», i suoi colori divennero più chiari e liberi, più squillanti e smaglianti; una luce nuova invase le sue tele. I paesaggi di Previati non sono descrittivi, sono “paesaggi ideali” nel senso di
«vere e proprie visioni impregnate di un lirismo che trova un riscontro effettivo nella poesia decadente»
«vere e proprie visioni impregnate di un lirismo che trova un riscontro effettivo nella poesia decadente»
E se anche Merello si distacca progressivamente da una visione naturalistica del paesaggio, caricandola di suggestioni simboliche sempre più forti, in realtà non rinuncia mai del tutto al contatto con il dato reale, laddove invece Previati tende a distaccarsene, soprattutto nelle opere più impegnative, come Tramonto in Liguria del 1912.