1986 – 2016 Trent’anni fa, Černobyl

26 aprile 2016, ore 21
Sala Maggior Consiglio
Preghiera per Černobyl di Svetlana Aleksievič, Premio Nobel per la letteratura
lettura dell’attrice Julia Ivaldi
con Tatiana Zakharova, chitarra e voce
e immagini di archivio presentate dal regista Alexandr Balagura e del Museo di Černobyl
Intervista di Camillo Bassi ai testimoni Lyudmila Andreychenko e Alexandr Balagura
Coro dei giovani ucraini di Genova
Nel trentennale del disastro di Černobyl, una serata per ricordare che la produzione di energia attraverso le centrali nucleari, al di là dei possibili incidenti, comporta nella normalità del loro funzionamento un rischio insostenibile per il pianeta e un impatto sociale drammatico, sia per la produzione delle scorie radioattive – che lasciano alle generazioni future un problema impossibile da risolvere – sia per la complessità della gestione delle informazioni sui malfunzionamenti.
Nel trentennale del disastro di Černobyl, si vuole ricordare che la produzione di energia attraverso le centrali atomiche comporta un rischio insostenibile per il pianeta e un impatto sociale drammatico, anche al di fuori dei singoli momenti degli incidenti, sia per la produzione delle scorie radioattive che lasciano alle generazioni future un problema impossibile da risolvere, che per la complessità della gestione delle informazioni sui malfunzionamenti, spesso nascosti, introducendo un elemento di tensione inespressa dalle persone a seguito dei veti sulle informazioni riservate. Lo dimostra il disastro di Černobyl, dove in Europa si venne a conoscenza del problema più di una settimana dopo le fasi iniziali dell’incidente e successivamente quando si parlò di poche decine di morti quando è ormai appurato che furono invece di ordini di grandezza superiori, tenuto anche conto delle malattie indotte nel tempo dall’esposizione alla radioattività. In Italia, il no al nucleare, recentemente ribadito nel 2012 dai referendum popolari, trae anche forza proprio dal ricordo di Černobyl e più recentemente di Fukushima, anche se in questo secondo caso fu un fenomeno naturale a mettere in risalto l’impossibilità per l’ingegneria di costruire centrali che siano davvero sicure. Il messaggio viene veicolato attraverso il racconto dei diretti testimoni, con la lettura di parti del libro del premio Nobel per la letteratura 2015 Svetlana Aleksievič “Preghiera per Černobyl ” da parte di Julia Ivaldi, la presenza di Ludmila Andreychenko , che si trovava a Pryp’jat’ proprio nel giorno dell’incidente, di Alexandr “Sasha” Balagura, regista di origine ucraina che ha realizzato film e documentari sull’incidente, intervistati da Camillo Bassi, ex console ucraino, con le musiche di Tatiana Zakharowa, il Coro dei giovani ragazzi ucraini di Genova, il tutto accompagnato dalle immagini provenienti dal Museo di Černobyl. Un modo diverso per ricordare il disastro attraverso la presenza delle persone, al di là dell’esistenza di confini nazionali, oltre l’ufficialità di comunicati stampa e presenze istituzionali che, proprio a Černobyl e Fukushima, hanno dimostrato l’erroneità della scelta nucleare operata dai governi in tutto il mondo.
Julia Ivaldi, ha iniziato a recitare negli anni 80, ha partecipato a svariate produzioni teatrali in molte città italiane e a Genova, dove vive, interpretando ruoli drammatici e brillanti. E’ stata protagonista di numerosi reading poetici ed è Cavaliere della Repubblica per meriti artistici.
Tatiana Zakharowa, musicista di origine russa, cantante lirica, laureata al Conservatorio Nicolò Paganini, vive e lavora da molti anni a Genova.
Lyudmila Andreychenko è nata nel Sud-Kazakistan nel 1960 (URSS). Nel 1978 è stata indirizzata al cantiere per la costruzione della centrale nucleare di Černobyl, dove ha lavorato fino all’incidente del 1986. Dal 2001 vive in Italia con il figlio minore. Dopo l’incidente di Černobyl, la figlia maggiore, all’epoca di 10 anni, trascorse qualche tempo presso una famiglia italiana. Lyudmila ricorda ancora con affetto la famiglia che ha ospitato sua figlia.
Aleksandr “Sasha” Balagura è nato nel 1961 (URSS). Si laurea in storia nel 1987 ed entra come assistente-regista nello Studio ucraino del cinema documentario di Kiev. Nel 1989 realizza il suo primo film come regista e riceve il primo premio al Festival dei Popoli di Firenze nel 1990. Da allora lavora come regista cinematografico. Autore di circa 20 film e documentari che hanno partecipato a festival internazionali di cinema. Dal 1998 vive in Italia con la famiglia.
Camillo Bassi, di Reggio Emilia e genovese di adozione, già console onorario dell’Ucraina, è stato funzionario del PCI e vicesegretario generale dell’Associazione Italia-Urss. Più volte consigliere comunale a Santa Margherita Ligure e assessore e consigliere nella Provincia di Genova, è profondo conoscitore della cultura ucraina, avendo anche scritto numerosi articoli e studi durante il periodo della Perestrojca. Autore del libro “L’Unione Sovietica che ho conosciuto”.
Ringraziamenti – L’evento ha ricevuto il patrocinio del Museo Černobyl.
In collaborazione con il Comune di Genova, il Consolato Ucraino a Genova e la Comunità Ucraina di Genova.
Si ringraziano Aleksey Kurmaz (Museo Černobyl) e Nikolay Popelukha (storico) per la ricerca dei materiali di archivio.