1989/2009 – Kara
17 novembre, ore 17.45
Sala del Minor Consiglio
Yadé Kara
Continuano gli appuntamenti della rassegna “1989-2009. La caduta del Muro vent’anni dopo”, dieci incontri con storici, sociologi, filosofi e scrittori di rilievo per riflettere sulle trasformazioni sociali, culturali ed economiche che hanno caratterizzato i decenni successivi alla caduta del muro di Berlino e al crollo del totalitarismo sovietico.
Martedì 17 novembre, alle ore 17.45, YADÉ KARA, autrice del libro Selam Berlin, considerato uno dei grandi romanzi sulla caduta del Muro, incontrerà il pubblico presso la Sala del Minor Consiglio, a Palazzo Ducale.
Il romanzo della Svolta dal punto di vista turco: così è stata definita l’opera d’esordio (tradotta in italiano nel 2005: Salam Berlino – ed. Eo) della scrittrice e giornalista nata in Turchia nel 1965 e cresciuta a Berlino Ovest.
Hasan Selim Kahn, il protagonista, è un ragazzo diciannovenne che ha passato gran parte dell’infanzia nella città del Muro. Tornato ad Istanbul decide, dopo il 1989, di stabilirsi in Germania: a lui piace Berlino, la sente sua. Dopo essersi iscritto all’università, comincia a lavorare e diventa attore in un film.
Hasan finisce però per scoprire una Germania riunificata solo in apparenza: il crollo del Muro, in realtà, non fa che portare alla luce le sue divisioni e contraddizioni più profonde. A partire dalle vicende familiari di Hasan, al quale toccherà scoprire che il padre, per anni, ha avuto una doppia vita: un’altra compagna di là dal Muro e un altro figlio.
“Quel che è peggio – scrive la traduttrice del romanzo, Marina Pugliano – è che l’intolleranza e la violenza xenofoba si scatenano proprio fra i turchi e gli Ossi nel cieco tripudio amplificato dai mass-media, a loro volta reticenti a denunciare il rovescio della medaglia contro cui finiscono per frantumarsi i sogni di tutti: il sogno socialista e il suo originario ideale libertario, il sogno della riunificazione, il sogno di scoprire le proprie radici, o forse quello ancora più ambizioso di reinventarsi una nuova appartenenza”.
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