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Tahar Ben Jelloun

ben

13 ottobre, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio

 
 
 

L’Islam ci ha riuniti in una stessa casa, una nazione. Che lo vogliamo o no, apparteniamo tutti a quello spirito superiore che celebra la pace e la fratellanza. Nel nome “Islam” è contenuta la radice della parola “pace”. Ma ecco che da qualche tempo la nozione di pace è tradita, lacerata e calpestata da individui che pretendono di appartenere a questa nostra casa, ma hanno deciso di ricostruirla su basi di esclusione e fanatismo.
[…]Non basta insorgere verbalmente, indignarsi ancora una volta e ripetere “questo non è islam”. Non è più sufficiente. Dobbiamo scendere in massa nelle piazze e unirci attorno a uno stesso messaggio: liberiamo l’Islam dalle grinfie di Daesh.

Tratto da La mia lettera ai fratelli musulmani: denunciamo chi sceglie il terrore, pubblicata su “La Repubblica” il 27 luglio 2016.

Autore marocchino di lingua francese, Tahar Ben Jelloun nei suoi romanzi contamina la tradizione araba scritta e orale con i moduli della narrativa moderna e postmoderna.
Scrive per “Le Monde” e collabora di frequente con le maggiori testate italiane quali “La Repubblica”, “Il Corriere della sera”, “L’Espresso”.
Per il profondo messaggio del libro Il razzismo spiegato a mia figlia (Bompiani 1998) gli è stato conferito dal segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il Global Tolerance Award. Ha conseguito numerosi primi in tutto il mondo, e con il Premio Goncourt assegnatogli per La Nuit sacrée nel 1987, è divenuto lo scrittore francofono più conosciuto in Francia.



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