Trent’anni di Archivolto
30 settembre 2016 ore 17.30, Sala del Munizioniere
incontro/tavola rotonda
Dall’ 86 ad oggi, e dal 1997 al Teatro Gustavo Modena, l’Archivolto ha scritto una parte importante della storia culturale della città e della scena contemporanea italiana. A 30 anni dalla “rifondazione” analizziamo la poetica, le scelte identitarie, gli incontri artistici e le prospettive di un gruppo di lavoro indipendente e innovativo.
partecipano Luca Borzani, Eugenio Buonaccorsi, Giorgio Gallione, Pina Rando, Giorgio Scaramuzzino, Michele Serra, Carla Signoris.
Il Teatro dell’Archivolto è diretto dal 1986 da Pina Rando e Giorgio Gallione. Fin dai suoi esordi ha operato nel settore del teatro di prosa e del teatro ragazzi con un indirizzo artistico, drammaturgico e stilistico assolutamente originale, rivolto all’inseguimento di nuovi territori e nuove forme di espressione teatrale, la cui ispirazione può essere di volta in volta la letteratura o la musica, il cinema o il fumetto, sempre e comunque nella direzione del nuovo, dell’inconsueto e dell’inedito, con l’intento di proporre un teatro d’arte contemporaneo.
Tra gli spettacoli dei primi anni di vita della compagnia ricordiamo L’incerto palcoscenico (varietà protodemenziale), Il mare in un imbuto e Angeli e soli tratti da Italo Calvino, Il bar sotto il mare e Amlieto di Stefano Benni. Tra i più significativi degli ultimi anni segnaliamo Monsieur Malaussene di Daniel Pennac, La buona novella da Fabrizio De Andrè, Corto Maltese da Hugo Pratt sulle musiche di Paolo Conte, I bambini sono di sinistra di Michele Serra, La lunga notte del Dottor Galvan di Daniel Pennac, Eretici e corsari che mette a confronto Pier Paolo Pasolini con il teatro canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, La donna che sbatteva nelle porte da Roddy Doyle, Spoon River da Edgar Lee Masters e Fabrizio De Andrè, Berlinguer. I pensieri lunghi di Giorgio Gallione, Beatles Submarine, esplorazione del mondo dei Beatles, Apocalisse da Niccolò Ammaniti, Father and son di Michele Serra, fino a Quello che non ho, che trae ispirazione da Pierpaolo Pasolini e Fabrizio De Andrè.
Se agli inizi la storia della compagnia è contraddistinta dalla presenza dei Broncoviz (Marcello Cesena, Maurizio Crozza, Ugo Dighero, Mauro Pirovano, Carla Signoris), tra i protagonisti degli spettacoli successivi ricordiamo Claudio Bisio, Neri Marcorè, Marina Massironi, Giorgio Scaramuzzino, Eugenio Allegri, Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Valentina Lodovini, Fabio De Luigi, la Banda Osiris.
Dal rapporto privilegiato con la letteratura coltivato dal direttore artistico Giorgio Gallione sono nate collaborazioni con scrittori come Stefano Benni, Daniel Pennac, José Saramago, Francesco Tullio Altan, Michele Serra, Niccolò Ammaniti, Francesco Piccolo e trasposizioni teatrali da libri di Luis Sepulveda, Roddy Doyle, Ian McEwan, Paul Auster, Italo Calvino, Osvaldo Soriano, Charles Bukowski, Etgar Keret, Darina Al-Joundi e molti altri.
Dal 1997, in seguito a un’opera di attento restauro, di cui la compagnia si è fatta carico, l’Archivolto opera negli spazi del Teatro Gustavo Modena, vero gioiello architettonico ottocentesco, e della moderna Sala Mercato, ricavata qualche anno più tardi dal recupero dell’adiacente mercato comunale. In queste sale, oltre a produrre i propri spettacoli, il Teatro dell’Archivolto, ospita una stagione variegata, capace di accogliere espressioni artistiche diverse, dal teatro comico d’autore al teatro civile, dalla danza alla musica jazz, al teatro di ricerca. Il Teatro dell’Archivolto organizza anche rassegne di teatro ragazzi indirizzate alle scuole in matinée e alle famiglie con programmazione pomeridiana. Mediamente sono circa 70000 le presenze durante l’attività stagionale in sede.
In questi trent’anni il Teatro dell’Archivolto ha vinto diversi premi tra cui il Biglietto d’oro; è stato in tournée in tutta Italia, ospite dei principali teatri italiani e di festival prestigiosi. In media sono circa 150.000 all’anno gli spettatori che assistono agli spettacoli del Teatro dell’Archivolto: moltiplicandoli idealmente per 30, si arriverebbe a 4 milioni e mezzo