domenica 5 maggio 2019
ore 11, Identità | Maurizio Bettini
Homo sum. Essere “umani” nel mondo antico
Nel primo libro dell’Eneide Virgilio narra del naufragio che travolge la flotta dei Troiani spingendoli sulle coste di Cartagine (nei pressi dell’odierna Tunisi, nel canale di Sicilia) mentre sono diretti in Italia. Enea e i suoi vengono accolti dalla regina Didone in nome dell’umanità e del rispetto verso gli dèi, perché le frontiere si chiudono di fronte agli aggressori, non ai naufraghi. Inaspettatamente, ma anche malauguratamente, questo celebre episodio epico è diventato oggi cronaca: ci sono troppi dispersi nel mare che fu di Virgilio, troppi cadaveri che fluttuano a mezz’acqua perché quei versi si possano ancora leggere solo come poesia. Il mio intervento propone dunque una triplice esplorazione della cultura antica alla luce di ciò che oggi definiamo “diritti umani”: per scoprire in Grecia e a Roma alcuni incunaboli della Dichiarazione; per misurare gli scarti che su questo terreno ci separano dalla società e dalla cultura antica; infine per mettere in luce alcune specifiche forme culturali in base alle quali Greci e Romani si ponevano problemi equivalenti a ciò che oggi definiamo diritti umani. Ancora una volta, riflettere sul mondo antico ci aiuta ad orientarci nel presente.
introduce l’incontro Paolo Battifora
Maurizio Bettini, classicista e scrittore, è professore emerito di Filologia classica e Antropologia del Mondo Antico all’Università di Siena. Ha insegnato in numerose Università straniere (in particolare a quella di Berkeley, California) ed è collaboratore di Repubblica. Tra i suoi ultimo libri: Elogio del Politeismo (Mulino 2104), Il dio elegante. Vertumno e la religione romana (Einaudi 2015), A che servono i Greci e i Romani? (Einaudi 2017), Radici. Tradizione, identità, memoria (Mulino 2016), Il presepio (Einaudi 2018), Homo sum. Essere “umani” non mondo antico (Einaudi 2019). Per Einaudi dirige la collana «Mythologica».
ore 12, Identità | Daniel Vogelmann
Piccola autobiografia di mio padre
Mio padre Schulim mi ha sempre raccontato poco della sua vita, e non solo riguardo alla sua prigionia ad Auschwitz. Certe cose, poi, le ho sapute soltanto molti anni dopo la sua morte, come, per esempio, che c’era anche lui nella lista di Schindler. E io, purtroppo, non gli ho mai chiesto nulla, anche perché è morto quando avevo solo ventisei anni. Qualcosa, però, è giunto miracolosamente fino a me, e così ho scritto questa piccola autobiografia per le mie nipotine. Ma non solo per loro.
introduce l’incontro Michela Bompani
Daniel Vogelmann esordisce negli anni ’70 come poeta, pubblicando alcuni volumi di liriche. Nel 1980 fonda la Casa Editrice Giuntina, la cui prima pubblicazione nella collana «Schulim Vogelmann», dedicata alla memoria del padre, reduce da Auschwitz, fu La notte del premio Nobel Elie Wiesel (tradotta dallo stesso Vogelmann), a cui negli anni si sono aggiunti più di 800 titoli sulla cultura ebraica.
ore 15, Sviluppo | Nicola Rossi
Flat tax
Per il nostro fisco, così come per il nostro sistema di assistenza, è arrivato il momento di una riforma radicale. Non è questione di poco conto, perché si tratta di una vera e propria ridefinizione del rapporto tra Stato e cittadini, allo scopo di renderlo più trasparente ed equo. Oggi risulta invece compromesso dal peso eccessivo di una fitta selva di norme e da innumerevoli trattamenti di favore che finiscono per agevolare l’evasione, senza peraltro raggiungere l’obiettivo di aiutare chi davvero è rimasto indietro, come dimostrano i dati sempre più preoccupanti sulla diffusione della povertà.
Nicola Rossi mostra come una riforma incentrata su una flat tax – un’imposta personale ad aliquota unica o «piatta» – permetterebbe di superare molti dei limiti del sistema in vigore, mantenendo un equilibrio fra una necessaria riduzione della pressione fiscale e l’urgente definizione di un efficace strumento di contrasto alla povertà. La proposta si articola in alcune semplici mosse: una sola aliquota – pari al 25% – per tutte le principali imposte; la definitiva abolizione di Irap, Imu e Tasi; l’introduzione del «minimo vitale» come sostituto delle mille attuali prestazioni assistenziali; la revisione delle modalità di finanziamento di alcuni servizi pubblici, in particolare sanità e università. Presupposto irrinunciabile: il paese non può permettersi una significativa riduzione delle imposte se non attraverso un rinnovato impegno a contenere la spesa pubblica.
introduce l’incontro David Bidussa
Nicola Rossi, economista, professore ordinario all’Università di Roma Tor Vergata, già consigliere economico di Palazzo Chigi e poi del Ministero del Tesoro, due volte deputato e senatore, è da anni una figura di riferimento per le riforme strutturali nel nostro paese. Fa parte del Consiglio d’Amministrazione e del Comitato d’Indirizzo dell’Istituto Bruno Leoni, del quale è stato Presidente, e per i cui tipi ha curato Sudditi. Un programma per i prossimi 50 anni (2012).
ore 16, Europa | Adriano Favole
Vie di fuga
Parole come ‘cultura’ e ‘comunità’ ci fanno pensare, giustamente, all’appartenenza a un ‘noi’. Abbiamo bisogno, di questi tempi, di appartenere a gruppi, luoghi, comunità simboliche. Tuttavia, l’appartenenza può divenire asfittica e chiuderci agli altri se non pratichiamo le vie di fuga che ogni cultura offre ai suoi abitanti. Viaggi, pellegrinaggi, migrazioni; ma anche letteratura, poesia, teatro offrono agli esseri umani la possibilità di prendere distanza dalle proprie abitudini, viaggiando, realmente o metaforicamente, in qualche altrove. L’arte della fuga, non è solo umana ma è, forse, una delle caratteristiche più importanti della vita.
introduce l’incontro Mattia De Bernardis
Adriano Favole insegna Antropologia culturale a Torino. E’ vice direttore del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino. Ha viaggiato e compiuto ricerche in Oceania (Futuna, Nuova Caledonia) e in varie parti dell’Europa d’Oltremare (Réunion, Guyana francese). Scrive per La lettura del Corriere della Sera.
ore 17, Europa | Massimo L. Salvadori
Le ingannevoli sirene
Una ricostruzione del percorso che ha portato, nel secondo Novecento e nel primo scorcio del nuovo millennio, alla crisi sempre più violenta della democrazia dei partiti e al diffondersi, alle più diverse latitudini della politica mondiale, di una risposta modulata sulle corde dell’antipolitica. Sono proprio i partiti politici, tradizionale pilastro delle democrazie elettive, ad essere entrati violentemente e simultaneamente in crisi negli ultimi decenni. È questa crisi – di rappresentanza, di spirito militante, di prospettiva politica – ad aver aperto la strada ai populismi. Una serie di errori e inefficienze che non erano inevitabili e che meritano una riflessione critica. Perché senza un ripristino, nell’idea e nella pratica, della funzione dei partiti, senza una vita nuova che sappia rianimarli, questa crisi della rappresentanza è destinata a perpetuarsi.
introduce l’incontro Michela Bompani
Massimo L. Salvadori è professore emerito dell’Università di Torino, ha insegnato Storia delle dottrine politiche ed è uno degli storici italiani più autorevoli. A partire dagli anni Novanta ha dedicato un crescente interesse allo studio della storia dell’Italia contemporanea, contribuendo con i suoi scritti all’analisi della crisi del sistema politico. La sua riflessione ruota sul concetto di “separatezza” che a suo giudizio ha da sempre contraddistinto la cultura e i valori delle principali forze di opposizione, determinando una contrapposizione frontale e insanabile tra queste e le forze di governo.
ore 18, Europa | Sergio Belardinelli
L’alba di un mondo nuovo
Contro le profezie dei declinisti, la forza della civiltà europea. Movimenti populisti in ascesa in quasi tutte le democrazie liberali, crisi economica e demografica, insicurezza collettiva: nei segnali del malessere che affligge la nostra società dobbiamo leggere il cupo presagio di un tramonto prossimo dell’occidente? E se invece di un inevitabile declino si trattasse di una fase transitoria? Due visioni diverse ma complementari – più attenta l’una alle dinamiche geopolitiche, l’altra alla dimensione religiosa e ai processi culturali – si confrontano in queste pagine sul destino dell’Europa. Nella convinzione che proprio nella tradizione della civiltà europea si possano trovare le risorse culturali, politiche e istituzionali per guardare con fiducia al futuro.
introduce l’incontro David Bidussa
Sergio Belardinelli è professore ordinario di Sociologia dei processi culturali nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna. Dal 2002 al 2006 ha fatto parte del Comitato Nazionale per la Bioetica; dal 2011 al 2015 ha fatto parte del CdA dell’Istituto Italiano di Studi Germanici; scrive per il quotidiano “Il Foglio”. Tra i suoi libri più recenti: L’altro Illuminismo. Politica, religione e funzione pubblica della verità, Rubbettino 2010; Sillabario per la tarda modernità, Cantagalli 2012; L’ordine di Babele. Le culture tra pluralismo e identità, Rubbettino 2018
ore 19, Conclusioni | David Bidussa