Giorgio de Chirico, Aldo Rossi e il tempo dell’Architettura una lezione di Diane Ghirardo
mercoledì 19 giugno 2019, ore 17.45
Sala del Minor Consiglio
Diane Ghirardo, teorica e storica dell’architettura alla University of Southern California di Los Angeles, rifletterà sui rapporti tra l’immaginario metafisico e l’architettura di Aldo Rossi, riprendendo un articolo del 1977 dello storico inglese Joseph Rykwert, per confutarne l’approccio critico, ormai superato ma, talvolta, ancora reiterato. Rykwert paragonava la città italiana immaginata da Aldo Rossi e da Giorgio de Chirico a un luogo malvagio nel quale regnava “il male”, in cerca di una redenzione attraverso la nostalgia, componente fondamentale delle tele dell’uno e degli edifici dell’altro.
Diane Ghirardo insegna storia e teoria dell’architettura all’University of Southern California di Los Angeles. Le sue ricerche riguardano l’architettura del Novecento, la critica dell’architettura contemporanea, l’architettura del rinascimento italiano e l’architettura dell’epoca fascista e del New Deal americano. Hanno finanziato le sue ricerche la Guggenheim Foundation, il National Endowment for the Humanities e la Fulbright; è fellow dell’American Academy di Roma ed è stata visiting professor all’Università di Città del Capo, all’University of Technology di Sydney e al MIT, Massachusetts Institute of Technology. Tra i suoi libri si ricordano Le Città Nuove nell’Italia fascista e nell’America del New Deal (1989); Architecture After Modernism (1996); Dopo il Sogno. Architettura e città nell’America di oggi (2008); La topografia della prostituzione nella Ferrara rinascimentale (2013); Italy. Modern Architectures in History (2013); Aldo Rossi: Borgoricco, il Municipio e il Centro Civico (2014), Aldo Rossi and the Spirit of Architecture (2019).
Aldo Rossi (Milano, 1931 – 1997) è stato uno dei più importanti architetti italiani della seconda metà del Novecento, autore negli anni ’70 del complesso “Monte Amiata” al Quartiere Gallaratese di Milano e del concorso di progettazione per l’ampliamento del cimitero San Cataldo a Modena. Nel decennio successivo fu direttore della sezione architettura della Biennale di Venezia e protagonista anche a Genova, dove nel 1985 risultò vincitore del concorso per il restauro del Carlo Felice. Nel 1990 è stato il primo italiano ad aggiudicarsi il Premio Pritzker.
Formatosi professionalmente presso gli studi di Ignazio Gardella e Marco Zanuso, Rossi è stato anche un grande teorico e accademico, iniziando la propria attività didattica come assistente di Ludovico Quaroni e Carlo Aymonino per poi essere nominato, nel 1965, professore al Politecnico di Milano. L’anno successivo diede alle stampe L’architettura della città. Del 1981 è, invece, Autobiografia scientifica, libro-trattato in cui vengono definiti, con rigore “rinascimentale”, i principi della morfologia urbana. Il lavoro di Aldo Rossi rappresenta un superamento delle metodologie del Movimento Moderno: fu uno dei più grandi rinnovatori ideologici e plastici dell’architettura contemporanea, con la sua poesia metafisica e il culto che professò nella stessa misura verso la geometria e la memoria.