Niccolò e il suo “Cannone violino”: storia di un rapporto artistico, fisico e spirituale
martedì 27 novembre 2018, ore 17.45
Sala del Minor Consiglio
Secondo la tradizione, nel 1802 un giovane talentuoso primo violino di spalla ricevette in dono a Livorno un violino, opera di un liutaio allora già dimenticato. Niccolò Paganini, ventenne, entrò così in possesso del suo “Cannone violino”, uno strumento non antico, vecchio solo una sessantina d’anni, costruito dal quel Giuseppe Guarneri (non ancora appellato “del Gesù”), considerato un epigono dei grandi liutai cremonesi del passato. Nacque un rapporto unico nella storia della musica, segnato da una vera simbiosi, determinata non solo dal contatto del corpo di Paganini, ma anche da una certa sua concezione animistica che connotò questo affascinante violino di significati reconditi. In modo non dissimile il giovane Jimi Hendrix espresse il proprio talento con una chitarra allora di utilizzo comune, la Fender Stratocaster: in entrambi i musicisti il rapporto con il proprio strumento, nelle rispettive assonanze e diversità, fu unico, totalizzante e simbiotico.
Alberto Giordano, diplomato alla scuola di liuteria di Cremona nel 1984, collabora dal 1994 alla conservazione del violino “Il Cannone” appartenuto a Niccolò Paganini. Storico della liuteria italiana, laureato in Storia dell’Arte presso l’Università di Genova, è stato relatore in numerose conferenze e lezioni in Italia e all’estero; ha al suo attivo diverse pubblicazioni, saggi, articoli. Collabora con la rivista londinese ‘The Strad’e con l’italiana ‘Archi Magazine’; per il Museo del Violino di Cremona ha curato la mostra “Liutai italiani del Novecento: la scuola genovese” ed è stato recentemente membro della giuria del XV Concorso Triennale Internazionale di Liuteria Antonio Stradivari. Violini di sua costruzione sono allocati in collezioni pubbliche e private.