Appartamento del Doge e Cappella Dogale, dal 5 ottobre 2019 al 1 marzo 2020 prorogata fino al 22 marzo 2020
Orari: da martedì a domenica, ore 10 – 19, lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti: intero 12€, ridotto 10€ Se sai già quando verrai a vedere la mostra clicca qui per acquistare il biglietto, in alternativa clicca qui per il biglietto open
La mostra
Gli anni venti in Italia furono anni complessi, tanto ruggenti e sfavillanti quanto inquieti. Anni cruciali di passaggio tra la Grande Guerra, con la fine dell’ottimismo e delle certezze che avevano caratterizzato la Belle Époque, e la crisi mondiale del decennio successivo. Una crisi che, annunciata nel 1929 dal crollo di Wall Street e seguita dalla progressiva affermazione di regimi dittatoriali sullo scacchiere internazionale, si concluse poi con la tragedia della seconda guerra mondiale.
Il clima generale di incertezza, determinato dagli effetti del conflitto, dalla difficile transizione economica e dalle rilevanti trasformazioni sociali e culturali, si riflette in pieno nelle ricerche artistiche di quegli anni. Caratterizzate da una straordinaria varietà linguistica, esse rappresentano il termometro di un’epoca convulsa, complessa e indeterminata, nella quale possiamo ritrovare dirette corrispondenze con la nostra.
La mostra intende offrire uno sguardo originale sul decennio, mettendone in luce non tanto gli aspetti esteriori del glamour, nei quali si incarnarono il desiderio di evasione e di appagamento sensoriale, quanto piuttosto i lati più oscuri, inquieti e irrazionali.
Undici capitoli scandiscono il racconto espositivo: a partire dalla sezione Volti del tempo, un vero e proprio spaccato della società dell’epoca, da cui emerge quella “moderna classicità” che connotò le esperienze stilistiche del Novecento e del Realismo Magico.
La modernità di Severini, Casorati, Oppi e Arturo Martini appare differente da quella promossa dall’avanguardia futurista: una modernità in cui passato e presente convergono, creando una stretta connessione tra tradizione e rinnovamento, ma che diventa anche espressione di uno spaesato distacco dalla realtà quotidiana, come nelle opere di Carrà, Guidi, Donghi e Ferrazzi, o di nostalgia per un passato mitico e ideale, come nel caso di Funi e Sironi.
Il racconto di quegli anni non tralascia di documentare il senso di alienazione e le visioni distopiche prodotti dalle angosciose distorsioni della modernità, come reso evidente dalle opere di Sexto Canegallo, e di mettere pure in risalto l’affermazione dell’autonomia e dell’indipendenza della figura femminile, scaturita nata dal suo inedito ruolo sociale durante la Grande Guerra.
L’ultimo capitolo è dedicato infine all’altro, meraviglioso, volto degli anni venti: quello più noto del gusto déco, come fondamentale espressione di un prepotente desiderio di eleganza, lusso ed edonismo.
In mostra tra le altre opere di Carlo Carrà, Felice Casorati, Galileo Chini, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Achille Funi, Virgilio Guidi, Alberto Martini, Arturo Martini, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Alberto Savinio, Scipione, Gino Severini, Mario Sironi, Adolfo Wildt.
Le oltre 100 opere esposte, tra pittura e scultura, provengono da importanti collezioni pubbliche, tra le quali ricordiamo La Galleria Nazionale di Roma, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Palazzo Pitti a Firenze, il MART di Rovereto, l’Istituto Matteucci di Viareggio, La Fondazione Il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, la Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano – e altrettanto importanti collezioni private.
La mostra è a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone
Gino Severini, Maternità, 1916 – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona
Baccio Maria Bacci, Ritratto di Matteo Marangoni, 1919 – Wolfsoniana-Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
Virgilio Guidi, In tram, 1923-, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Achille Funi, La terra, 1921-Collezione privata – Courtesy Archivio Achille Funi – Milano. Studio Fotografico Paolo Da Re, Bergamo
Visite Guidate per Individuali
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Visite Guidate per Gruppi
microfonaggio obbligatorio
con l’Associazione Genova in Mostra
in italiano 120€ – microfonaggio compreso
in lingua 140€ – microfonaggio compreso
E’ possibile organizzare la visita anche con altre guide/accompagnatori, sempre solo su prenotazione a prenotazioni@palazzoducale.genova.it, se il gruppo non è provvisto di microfonaggio, è possibile utilizzare quello di Palazzo Ducale al costo di 30€
I visitatori sono tenuti a depositare negli appositi armadietti in biglietteria borse e zaini.
Negli spazi espositivi e congressuali è inoltre vietato:
- introdurre animali, ad eccezione di quelli utili per accompagnare le persone disabili, e qualunque oggetto che per le sue caratteristiche possa rappresentare un rischio per la sicurezza delle persone, dell’edificio, delle strutture;
- effettuare riprese fotografiche e audiovisive non autorizzate o in deroga con le norme esposte alla biglietteria;
- fumare in tutti i locali della Fondazione;
- usare il cellulare all’interno degli spazi espositivi;
- consumare cibi e bevande.
Altri divieti possono essere imposti in biglietteria o direttamente nelle zone espositive per ragioni di sicurezza
L’intera carta dei Servizi di Palazzo Ducale è consultabile qui