2 giugno – 1 luglio 2007
gli anni e il design di Gabrielle Chanel
Loggia degli Abati
ingresso libero
tutti i giorni escluso il lunedì
orario: 17.00 – 22.00
La mostra è promossa dall’Università di Genova, Facoltà di Architettura, Corso di laurea in Disegno Industriale, Comune di Genova, Assessorato alla Cultura e dai Magazzini del Design, con il contributo di Regione Liguria, Provincia di Genova, realizzata da Palazzo Ducale S.p.a.
La mostra è stata fortemente sostenuta da M.Benedetta Spadolini, preside della Facoltà di Architettura e da Luca Borzani, Assessore alla Cultura del Comune di Genova.
I curatori il prof. Marco Condotti e l’arch. Francesca Stabilini, esplorano il periodo storico che va dal 1920 alla fine degli anni ’60 mettendo in evidenza i gusti e le mode di quegli anni qui rappresentati dal design di Gabrielle Chanel. La mostra si sviluppa in 7 sale per circa 500 metri quadrati d’esposizione dove il visitatore può, attraverso abiti, ricostruzioni video e audio, immergersi nello spirito del tempo; una sala è integralmente dedicata alle citazioni di film in cui gli abiti e i costumi sono stati realizzati da Coco Chanel nell’insolita veste di costumista.
Un percorso che inizia negli anni subito dopo la prima Guerra Mondiale, quando Gabrielle Chanel aveva aperto il suo salone di moda a Biarritz e grazie al suo stile, che esalta una donna dinamica e priva di etichette, stava per inaugurare un negozio in Rue Cambon 31, a Parigi e avrebbe creato nel 1921, con Ernest Beaux, lo storico profumo Chanel nº5, oltre ad altri come Cuir de Russie, Gardenia ed il nº22.
“Il nostro desiderio è di realizzare un evento che chiarisca ed esalti l’importanza del design nella moda attraverso l’osservazione dell’epoca di Coco Chanel – dichiarano i curatori – proponendo attraverso video ed immagini una lettura alternativa e parallela al mondo della moda inteso come spettacolo puramente estetico. Un evento in cui ogni abito viene contestualizzato nell’epoca con immagini e filmati e in cui i dettagli vengono messi in luce per la loro raffinatezza e valorizzati per l’arte con cui sono stati creati. Non solo abiti ma il sapore e l’arte di un’epoca”.
Gli anni ’20: sono quelli in cui Coco crea la sua linea di accessori scarpe, gioielli, borse, sciarpe e anche cinture da abbinare ai suoi famosi tubini neri. La mostra propone modelli che perfettamente si adattano alla nuova linea di accessori e rievocano le silouhettes proposte da Madamoiselle Chanel.
Gli anni v30 trovano una risposta anche nello stile Chanel alla crisi economica internazionale, preludio della seconda Guerra Mondiale. Coco che era stata la prima donna nel 1918 a indossare un abito unisex, un pigiama bianco di seta, si era sbizzarita a disegnare proprio pantaloni, come il modello in esposizione della fine degli anni 30 simbolo de “l’emancipazione femminile”. Mentre per la sera si vedano modelli significativi per i tagli a sbieco: uno in seta bianco e un altro in merletto verde pallido, descrivono il ritorno di una linea che segue il corpo femminile. Una moda sontuosa e preziosa che evoca il languore delle attrici hollywoodiane.
Tre set descrivono la moda del dopoguerra ed il rientro sulle scene di Chanel nel 1954. Un tailleur del 1955 ispirato dal “New Look” è confrontato con un “tailleur Dior” dello stesso anno. L’aspra polemica iniziata con il New Look invoglia Chanel a riprendere la sua attività all’età di 71 anni, dopo più di quindici anni di silenzio. Alla costruzione strutturata di Dior, che esaltava il corpo femminile segnando la vita ed enfatizzando il seno ed i fianchi, Chanel oppone la libertà di movimento del suo morbido tailleur. Due modelli dell’inizio degli anni ’60 dimostrano come un indumento da giorno si è adattato alla sera e anticipa la rivoluzione degli anni ’80: abiti adattabili a più occasioni per il nuovo modello di donna.
Un esempio tra mille: “la petite robe noire”, un abito semplice ed elegante che diventa un classico del guardaroba femminile.
Ed ecco gli anni ’60, in Inghilterra è stata lanciata la rivoluzione della Minigonna di Mary Quant: gambe scoperte linee e tagli semplici, Chanel non adatta il suo tailleur alla moda imperante rispettando la classica misura sotto il ginocchio ma propone variazioni sui tessuti.