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Incontri Confini mente – O’Regan

Confini della Mente

Incontri ai confini della mente

gennaio – marzo 2011

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2 febbraio, ore 17.45

Kevin O’Regan

Oltre i neuroni. Ai confini delle neuroscienze

Sala del Minor Consiglio

play mp3 20110202_oregan.mp3

Perché il rosso non suona come una campana: comprendere la vera sensazione della consapevolezza
J. Kevin O’Regan
Laboratoire Psycologie de la Perception – CNRS UMR 8158 Université Paris Descartes

Il problema della consapevolezza è talvolta diviso in due parti: una parte “semplice”, che consiste nello spiegare come una persona diventa consapevole di qualcosa nel senso di essere poi in grado di farne uso nel comportamento razionale. E una parte “difficile”, che consiste nello spiegare perché le sensazioni si sentono come qualcosa, o hanno una certa presenza sensoriale piuttosto che non dare alcuna sensazione. La parte difficile è considerata tale perché per logica pare non ci sia nessun meccanismo fisico nel cervello che la possa spiegare. Per esempio, perché il rosso ci appare rosso, piuttosto che verde, o piuttosto che suonare come una campana? E ancora, perché il rosso da comunque una sensazione? Perché il dolore fa male anziché provocare reazioni di fuga? Io risponderò a queste domande appellandomi all’idea che sensazioni come rosso o dolore non dovrebbero essere considerate come cose che ci succedono o che sono generate dal cervello, ma piuttosto come cose che facciamo. Dimostrerò come quest’idea può essere applicata al colore, al tatto, al dolore e alle modalità sensoriali sostitutive (La possibilità di usare un senso – ad esempio l’udito – in sostituzione di un altro – la vista). Quest’approccio, oltre ad aiutare a capire la coscienza umana, ha applicazioni anche nella realtà virtuale e nella robotica.

Dopo aver studiato fisica teorica presso le Università del Sussex e di Cambridge, Kevin O’Regan nel 1975 si trasferì a Parigi per lavorare nel campo della psicologia sperimentale presso il Centre National de Recherche Scientifique. Con il suo dottorato di ricerca sul movimento oculare durante la lettura, dimostrò l’esistenza di una posizione ottimale per l’occhio per fissare le parole. Il suo interesse al problema della stabilità percettiva del mondo visivo lo portò a mettere in discussione nozioni consolidate sulla natura della percezione visiva e alla scoperta, con i suoi collaboratori, del fenomeno della “cecità al cambiamento” (Il fenomeno che si verifica quando una persona guardando una scena apparentemente non registra cambiamenti in quella scena). Il suo lavoro attuale consiste nell’esplorare le conseguenze empiriche di un nuovo approccio “senso motorio” alla vista e alle sensazioni in generale. È particolarmente interessato al problema della consapevolezza fenomenica che riferisce – dal punto di vista sperimentale – alle modalità sensoriali sostitutive e al dolore e – dal punto di vista teorico -alla percezione dello spazio e del colore. È interessato inoltre all’applicazione del suo lavoro alla robotica. Kevin O’Regan è attualmente direttore del Laboratoire Psycologie de la Perception, CNRS, all’Université Paris Descartes.

Contribution to “Ai confini della mente. Neuroscienze tra pensiero, passioni e bellezza” (Genova, Palazzo Ducale, January – March 2011).   17h45, 2 Feb, 2011, Minor Council Hall, Palazzo Ducale

Why red doesn’t ring like a bell: understanding the raw feel of consciousness

J. Kevin O’Regan Laboratoire Psychologie de la Perception – CNRS UMR 8158 Université Paris Descartes The problem of consciousness is sometimes divided into two parts: An “easy” part, which involves explaining how one can become aware of of something in the sense of being able to make use of it in one’s rational behavior. And a “hard” part, which involves explaining why sensations feel like something, or have a kind of sensory presence, rather than having no feel at all. The hard part is considered hard because there seems logically no way physical mechanisms in the brain could explain such facts. For example why does red look red, rather than looking green, or rather than sounding like a bell? Indeed why does red have a feel at all? Why do pains hurt instead of just provoking avoidance reactions? I shall answer these questions by appealing to the idea that feels like red and pain should not be considered as things that happen to us or that are generated by the brain, but rather as things that we do. I shall show how the idea can be applied to color, touch, pain, and sensory substitution. In addition to helping understand human consciousness, the approach has applications in virtual reality and in robotics.

Brief summary After studying theoretical physics at Sussex and Cambridge Universites, Kevin O’Regan moved to Paris in 1975 to work in experimental psychology at the Centre National de Recherche Scientifique. Following his Ph. D. on eye movements in reading he showed the existence of an optimal position for the eye to fixate in words. His interest in the problem of the perceived stability of the visual world led him to question established notions of the nature of visual perception, and to discover, with collaborators, the phenomenon of “change blindness”. His current work involves exploring the empirical consequences of a new “sensorimotor” approach to vision and sensation in general. He is particularly interested in the problem of the nature of phenomenal consciousness, which he addresses experimentally in relation to sensory substitution and pain, and theoretically in relation to space and color perception. He is interested in applying this work to robotics. Kevin O’Regan is currently director of the Laboratoire Psychologie de la Perception, CNRS, Université Paris Descartes.

    
    
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