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Luoghi Comuni Remo Bodei

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Luoghi Comuni

3º incontro

Bellezza

Remo Bodei

10 novembre 2011, ore 17.45

Sala del Minor Consiglio

play mp3 20111110_bodei.mp3 – durata 1h.11m

È professore di Filosofia alla University of California di Los Angeles, dopo aver insegnato a lungo Storia della filosofia ed estetica alla Scuola Normale Superiore e all’università di Pisa.
Ha iniziato studiando l’idealismo e il romanticismo tedesco, ma le sue attuali ricerche si concentrano sul problema delle passioni, dei modelli etici e dell’identità collettiva. Le sue opere sono tradotte in molte lingue.

 

 

Remo Bodei ha dichiarato a Diego Curcio,

intervista pubblicata il 7 novembre 2011 su “La Gazzetta del Lunedì”
La bellezza salverà il mondo, diceva Dostoevskij. Ma con tutto quello che è successo negli ultimi giorni, sembra davvero difficile fare appello ai nostri sensi per racimolare un briciolo di speranza. E invece no, come si ostina a ripetere Remo Bodei, professore di filosofia alla Ucla di Las Angeles e alla Normale di Pisa (giovedì a Palazzo Ducale proprio con una lezione sulla “Bellezza” all’interno della rassegna della Fondazione Garrone sui Luoghi Comuni) «parlare di queste cose, in un  momento tragico  come quello che state vivendo a Genova è  comunque importante, perché ci ha aiuta a capire davvero come non ripetere certi errori».

Ha visto quello che è successo alla nostra città?

E’ stata una cosa tremenda. Un dramma provocato da fenomeni naturali, ma anche dall’uomo:

dalla sua incuria e dal suo desiderio di guadagno. Persino in questo frangente, però, la bellezza resta un fattore fondamentale. Quanto è accaduto, infatti, ci dimostra che serve una migliore capacità di edificare. E che il rapporto fra uomo e natura è qualcosa di molto complesso. La bellezza non è un lusso, e in ambito urbano significa rispettare l’ambiente e non costruire palazzi nel greto dei torrenti. Queste cose, naturalmente, non riguardano solo Genova ma tutta quanta l’Italia, dove non ci sono regole. L’incuria provoca dei drammi».

Parlerà anche di questo nella sua lezione genovese?

«Certo, parlare di ciò che è successo venerdì sarà inevitabile e giusto. Come lo è, esprimere tutta la mia solidarietà alla città. Il mi o ruolo sarà  quello di un giocatore che butta le sue carte. E poi vedremo come si svilupperà il discorso».

Prima diceva che la bellezza non è un lusso. Ma allora cos’è?

«E’ molto di più. Bellezza significa vivere bene nel mondo che ci circonda e creare armonia. Per tornare all’argomento di prima, quando vediamo quelle periferie fatte di palazzoni e serpentoni di cemento, come avete anche voi a Genova, ci accorgiamo di essere davanti il qualcosa di brutto, che non rispetta il paesaggio.

Certo, se si trattasse solo di questioni estetiche, in alcuni casi, potremmo anche sopportare ciò che non ci piace. M a qui si vanno a toccare tante altre cose, come la vita delle persone. Quindi fare cose belle,  significa farle anche in modo giusto».

Gli scempi edilizi oltre a offendere i nostri sensi ci mettono anche in pericolo ..

“Le faccio un esempio. Lo sono di origine sarda e sono letteralmente scandalizzato da ciò che sia avvenendo in Costa Smeralda. Sono stati edificati dei villaggi, che non hanno nulla a che fare con la tradizione del posto. La bellezza deve essere funzionale. Ma anche legata al  territorio».

Quindi non si tratta di qualcosa di soggettivo, ma di una sorta di verità valida per tutti.

“Un tempo la bellezza si poteva calcolare acriticamente. Ed era basala su qualcosa che si poteva controllare. Questo fino al tardo Cinquecento, quando il bello cominciò ad essere legato ai sensi di ciascuno e al gusto. In poche parole nacque il detto non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace. Ma anche in questo caso ci deve essere un limite. Insomma: ci sono cose kitsch, che non si possono proprio sopportare. Oggi la bellezza è legata all’arte, mentre  un tempo riguardava mollo più da vicino la natura. Anzi, l’arte imitava il mondo che la circondava».

La filosofia può aiutarci a superare certi momenti difficili della vita. Come per un credente la religione?

«Dipende da ciò che si vuole intendere con questa domanda. La filosofia non é una consolazione superficiale o una sorta di prozac. E’ un qualcosa che si basa, invece, sulla capacità di ragionare delle persone e che ci mostra come sono davvero i problemi. Non si tratta di  vendere illusioni o dì fare del nichilismo, la filosofia ci dà la possibilità di ragionare appassionatamente e capire i nostri limiti umani».

Quando si parla di filosofia, però, molti pensano a qualcosa di complesso e di poco pratico.

Certi concetti si possono rendere più accessibili a tutti?  «Si può e si deve. In fondo,  quando siamo bambini, facciamo tantissime domande ai nostri genitori sui perché della vita. La filosofia tenta di farci riflettere su come va il mondo e sulla critica della realtà».

Quindi si tratta di un esercizio fondamentale per la nostra esistenza?

«Per rispondere potremmo fare l’esempio inverso. Cosa sarebbe il mondo occidentale, oggi, senza secoli e secoli di  filosofia? Saremmo in balia della barbarie, dci pregiudizi e della violenza. Non possiamo rinunciare a pensare, anzi, dobbiamo arare il nostro modo di vivere e sentire. Recuperare proprio quel termine contadino di “coItura”, altrimenti saremmo solo fatti di sterpi e rovi.

Dobbiamo coltivare noi stessi e aprire finestre di sensi al mondo. Altrimenti affonderemo nel fango. Per ricollegarci alla tragedia di Genova, un torrente senza argini culturali tracima e  distrugge tutto.

Dobbiamo fare ordine nelle nostre idee e nelle nostre opinioni seguendo i sentieri migliori. Serve una maggiore ecologia psichica».

    
    





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