Le nuove frontiere delle neuroscienze
mercoledì 10 aprile 2019, ore 17.30
Sala del Maggior Consiglio
Il tempo scandisce l’intero arco della nostra vita, dalle attività elettriche e biochimiche dei miliardi delle nostre cellule, alla precisa dinamica dei movimenti del nostro corpo, alla percezione del presente, ricordo del passato e immaginazione del futuro fino alla progressiva e irreversibile fine del nostro percorso sulla Terra. Nonostante Tempo sia una delle parole più utilizzate nel nostro linguaggio, la sua intima essenza e la percezione che il cervello umano ha dello scorrere del tempo sono ancora enigmatiche. Le principali difficoltà in una definizione unica e universale del Tempo risiedono nel fatto che esso viene concepito in modi diversi nella Fisica, nella Biologia e nelle Neuroscienze. La Fisica cerca di spiegare la dinamica dell’Universo; la Biologia, come le cellule che compongono i tessuti vanno incontro a trasformazioni progressive; le Neuroscienze, come la nostra mente si orienti nel mondo ed evolva con esso. Il senso del tempo è intimamente connesso all’attività del sistema nervoso, anche se in assenza di una sensibilità specifica. Possiamo affermare che da una parte il Tempo, inteso come ritmo o oscillazione, è parte integrante dell’attività nervosa; dall’altra parte, il senso del tempo emerge come un’attività integrativa multimodale alla quale cooperano tutti i sistemi della sensibilità. L’uomo percepisce lo scorrere del tempo e può “contare il tempo” in un’ampia gamma di scale temporali: millisecondi, secondi, minuti, ore, anni. I millisecondi rappresentano il dominio temporale dell’attività elettrica cerebrale; millisecondi e secondi sono il dominio temporale delle nostre percezioni e delle attività predittive che caratterizzano la programmazione del movimento; minuti, ore, anni riguardano la capacità di memorizzare gli eventi della nostra vita collocandoli in un’accurata scala temporale. Anche se il concetto di Tempo nell’Universo è molto lontano dalla nostra esperienza quotidiana, la capacità dell’uomo di prevedere il futuro immediato e di viaggiare mentalmente nel futuro più lontano è una forza evolutiva che ha permesso alla specie umana di migliorare le proprie condizioni di vita, sviluppando conoscenza, innovazione tecnologica e ricerca creativa.
Fabio Benfenati è professore ordinario di Neurofisiologia presso la Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche dell’Università di Genova e Direttore di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia dal 2006, dove attualmente dirige il Center for Synaptic Neuroscience and Technology.
Laureato in Medicina e Chirurgia a Bologna nel 1979, si è successivamente specializzato in Neurologia, ha trascorso numerosi periodi di lavoro all’estero, dapprima al Karolinska Institutet di Stoccolma e in seguito per un lungo periodo alla Rockefeller University di New York, presso il laboratorio del Prof. Paul Greengard, premio Nobel 2000.
Fabio Benfenati è un esperto riconosciuto nel campo delle Neuroscienze. Il Prof. Benfenati ha studiato i meccanismi della comunicazione sinaptica, le modalità con cui la trasmissione ed elaborazione delle informazioni nelle reti neurali viene modulata in risposta a stimoli ambientali e come questi meccanismi risultano alterati nelle patologie del sistema nervoso come epilessia e autismo. Ha inoltre sviluppato tecniche innovative per interfacciare i neuroni con smart materials con applicazioni in campo neuroprotesico. Fabio Benfenati è autore di oltre 200 pubblicazioni in prestigiose riviste scientifiche internazionali che includono Science, Nature, PNAS, Cell e Neuron. E’ stato Presidente della Società Italiana di Neuroscienze e della Italian Physiological Society.