Arte in Italia negli anni Venti Tra futuro e tradizione nel segno del Modernismo
venerdì 17 gennaio 2020, ore 17.45
Sala del Minor Consiglio
Gli anni Venti del Novecento si muovono, in Italia e in Europa, con indirizzi un po’ disparati, talvolta contrapposti, tra utopia e fuga dalla realtà, tra pessimismo e ottimismo, tra classicismo ed espressionismo, tra astrazione e realismo. Spesso intrecciandosi: ed è questa ambiguità che rende unico ed originale quel periodo, dove emerge una varietà di istanze che rende l’arte italiana una delle espressioni collettive più alte del tempo. Fabio Benzi traccia un quadro complessivo di quegli anni, tra eccentricità e lati inquieti della modernità, prestando anche una particolare attenzione agli Italiens de Paris, quel gruppo abbastanza numeroso di artisti italiani residenti stabilmente a Parigi come Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Filippo de Pisis, Alberto Giacometti e Osvaldo Licini, solo per citarne alcuni, che divennero una compagine organica e singolare, esterna sia al Futurismo sia al Ritorno all’ordine. Un gruppo composto a cavallo tra il 1928 e il 1929, e sostenuto dal critico “italianista” Waldemar George come un tratto di unione tra lo spirito mediterraneo e lo spirito europeo, tra mediterraneità e romanità.
La posizione degli italiani a Parigi cioè, è sostanzialmente una identità nazionale e internazionale al tempo stesso, non classicista ma classica (mediterranea) nella sostanza, e al tempo stesso aperta a ricerche che non eludono i linguaggi delle avanguardie parigine (dal cubismo al surrealismo), ma le elaborano criticamente in un’apertura tutt’altro che autarchica dell’arte italiana.