Ifigenia e i suoi fratelli
30 gennaio 2018, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio
Il mito di Ifigenia è il più ricorrente nella tragedia greca. Non a caso. Ifigenia è l’emblema della figura femminile come essa si incarna in ogni suo ruolo familiare e sociale, a partire da quello di figlia e sorella. Simbolo storico di uno status biologico che diventa destino, sulla figura di Ifigenia si abbattono e si intrecciano i grandi temi del sacrificio, del tradimento, dell’inganno e della strategia guerresca di marca esclusivamente maschile, ma infine anche dei temi della colpa e dell’innocenza, della pietà e del riscatto. Ifigenia come immagine di un silenzio impotente, moneta simbolica di scambio in un mondo di uomini, è l’archetipo di una femminilità salvata dalla stessa femminilità che porta il nome Artemide, ed è gemella di Apollo. Le innumerevoli rivisitazioni moderne e contemporanee del mito in letteratura, musica, arte plastica e pittorica, danza, mostrano il silenzio di Ifigenia come un lungo, duraturo, accusatorio interrogativo che anela a dare un senso a un dolore individuale che solo agli occhi di chi è lontano può rivestire la propria scabrosa nudità col nome di storia.
Massimo Marassi insegna Filosofia teoretica all’Università Cattolica di Milano ed è membro della Stiftung Studia Humanitatis di Zurigo. Ha pubblicato: Ermeneutica della differenza. Saggio su Heidegger; Gadamer e l’ermeneutica contemporanea; Metamorfosi della storia. Momus e Alberti e Metafisica e metodo trascendentale. Ha curato l’edizione dell’Ermeneutica di Schleiermacher e della Critica del giudizio di Kant. Ha coordinato l’edizione dell’Enciclopedia filosofica Bompiani. Nel 2017 sono apparsi i volumi Ermeneutica per l’Editrice Bibliografica di Milano e Vico per la Collana Filosofica del Corriere della Sera. È direttore del Dipartimento di Filosofia e della “Rivista di Filosofia Neo-Scolastica”.
Rassegna Miti senza tempo, a cura di Eva Cantarella e Nicla Vassallo