Le forze che influiscono sul futuro del lavoro sono molte e tra loro connesse in una grande varietà di equilibri locali. Tra di esse la forza fondamentale nel modo di produzione che ha ormai conquistato l’intero pianeta è l’accumulazione del capitale. E, strettamente legata, la politica degli Stati che sulle modalità di accumulazione influiscono. Passerò dunque in rassegna le fasi più recenti del processo di globalizzazione: il passato rivela luci ed ombre e anche oggi il futuro del lavoro è visto da prospettive assai diverse, a seconda che ci si collochi nella ricca e declinante Europa o negli Stati, ancor poveri ma in grande sviluppo, del Sud-Est asiatico. L’accento sarà naturalmente posto sull’Europa e sull’Italia.
Michele Salvati è Professore emerito di economia politica nell’Università statale di Milano, ha insegnato in diverse università italiane ed estere. E’ autore di numerosi libri e saggi in vari campi di ricerca: economia industriale, dell’impresa, del lavoro, macroeconomia, metodi delle scienze economiche e sociali, storia delle dottrine economiche, political economy, sviluppo economico italiano e comparato nel dopoguerra. I suoi libri più recenti sono una raccolta di saggi su Capitalismo, mercato e democrazia, Il Mulino, 2009; Progetto 89, insieme a A. Martinelli e S. Veca, Il Saggiatore, 2009; Tre pezzi facili sull’Italia: democrazia, crisi economica, Berlusconi, Il Mulino, 2011. Deputato nella XIII legislatura, collabora al Corriere della Sera ed è stato direttore della rivista Il Mulino (2012-2017), per la quale ha scritto numerosi saggi di economia e politica.