L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, invitando governi e istituzioni a realizzare, in questa data, eventi e manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema.
I dati sul fenomeno, trasversale a età, situazione economica e sociale, nazionalità, permangono drammatici: le 76 donne uccise da mariti, compagni ed ex nei primi otto mesi del 2016 costituiscono solo la punta dell’iceberg di una violenza quotidiana che attraversa e mina la vita di tante, troppe donne e che in questi casi arriva a un estremo e tragico epilogo.
Le cronache dei media riportano di solito in modo ampio femminicidi e tragici fatti di violenza, ma troppo spesso questi appaiono come eventi improvvisi e imprevedibili o, all’opposto, come espressione di una cultura arretrata e arcaica che riguarderebbe una parte marginale della popolazione.
In realtà la violenza scaturisce da un substrato culturale diffuso che svaluta, con parole e immagini, la figura femminile e il suo ruolo nella società.
Per questo sentiamo di dover contribuire ad una riflessione pubblica sulla radici di questa violenza, partendo proprio dalle parole: le parole con le quali si raccontano le donne, quelle
attraverso le quali si definisce e descrive il genere femminile, ma anche quelle che si usano per rappresentare i fatti di violenza. E, ancora, riflettendo sulle immagini presentate dai media sulle donne e sulla violenza che le colpisce. E con le parole vogliamo raccontare anche fatti: quali le strategie e i progetti contro la violenza nella nostra città, nell’azione di varie istituzioni e associazioni che da anni svolgono un’opera quotidiana di contrasto a questo fenomeno.
Perché le parole non sono solo parole e al tempo stesso non bastano.
22 novembre, ore 17.30
Palazzo Ducale, Sala Camino
Le parole sono importanti
Come si parla delle donne? Quali sono i termini che usiamo per definirle? Quando e come ci rivelano stereotipi e ruoli? Come viene affrontato il discorso pubblico e la presentazione mediatica sulla violenza di genere? Per riflettere insieme su quanto la forma contribuisca a mettere in evidenza e a costruire la sostanza. Emanuela Abbatecola, sociologa e ricercatrice in Sociologia Economica e del lavoro Bia Sarasini, saggista e giornalista
Introduce Elena Fiorini, Assessora alla legalità e Diritti
Iniziativa accreditata dall’Ordine dei Giornalisti, Ordine AA.SS