Partha Sarathi Chowdhury
Straordinario musicista, uno dei più grandi e raffinati interpreti contemporanei della tradizione musicale classica indiana. Virtuoso del Sarod, strumento principale della tradizione classica hindustani. Considerato in India “Patrimonio Nazionale” della musica Hindustani Raagdari.
Discepolo e continuatore dell’opera di maestri del calibro di Sudhamoy Chowdhury, Pandit Radhikamohan Moitra, Ustad Dhyanesh Khan, figlio e discepolo del leggendario maestro di Sarod Ustad Ali Akbar Khan. Dal 1980 sotto la guida diretta di Bharat Ratna Pandit Ravi Shankar, il più famoso musicista classico
della tradizione indiana. Ha tenuto concerti in tutto il mondo, come solista e accompagnando il grande maestro Ravi Shankar, alla Royal Albert Hall di Londra, alla Carnegie Hall negli Stati Uniti, al Cremlino di Mosca e nei principali Teatri e Festival indiani tra cui il Doverlane and S.R.A. in Calcutta, il Savai Gandharva in Pune, l’IMG in Mumbai, lo Shankarlal and Vishnu Digambar Jayanti in Delhi, lo Ustad Allauddin Music Sanfìgeet Samaroho in Maihar, il Tanseet Sangeet Samaroho in Gwalior.
Il suo virtuosismo e l’approccio meditativo trasformano i Rāga, base della composizione musicale indiana, in un esercizio di armonia e tranquillità.
Accompagnato in questo Concerto dai musicisti Anandi Chowdury al Tānpurā e Ashis Paul, grande percussionista della tradizione classica hindustani, al Tablā & Banya.
Sarod
Il più sonoro ed uno degli strumenti solisti principali della tradizione musicale classica indiana. Liuto composto da una cassa di risonanza semisferica, con piano armonico in pergamena ricoperto da una placca di metallo, con quattro corde melodiche, quattro corde di bordone e 15 corde di risonanza.
Ha un suono caratterizzato da un timbro ‘alonato’ a causa della vibrazione della pergamena, elaborato da glissati e vibrati resi possibili dalla scorrevolissima superficie della tastiera.
Tānpurā
Strumento fondamentale di accompagnamento, che dà il ‘tono’ nella musica classica indiana. Grande liuto a manico lungo costituito da una cassa di risonanza semisferica ricavata da una zucca e da un lungo manico con quattro corde di acciaio e di rame.
Un filo di seta posto tra le corde e il ponticello accentua la sua sonorità che ricorda uno sciame d’api. Non ha un ruolo melodico e produce una sorta di accordo di fondo che serve da pedale per lo sviluppo modale.
Tablā & Banya
Coppia di tamburi che costituiscono la fondamentale percussione della musica classica indiana di tradizione hindustani.
Tablā: tamburo in legno o terracotta a forma di barile formato di un’unica pelle tesa con legacci di cuoio. L’altezza del suono viene regolata facendo scorrere piccoli cilindri di legno infilati tra i legacci e la parete della cassa.
Banya o bāhyā: piccolo timpano di rame, o di legno, percosso con la mano sinistra, fornisce bassi caratterizzati da un continuo uso del glissando, prodotto dalla pressione del polso sulla membrana.
Enti organizzatori:
CELSO Istituto di Studi Orientali – Dipartimento Studi Asiatici, ICCR Indian Council for Cultural Relations
Con il Patrocinio di Indian Embassy – Rome e con il Contributo Scientifico di Sōsho International, nell’ambito delle celebrazioni internazionali
“1948-2018 India-Italy Celebrating the Future”