Il visibile e l’invisibile: se il movimento svela l’intenzione
7 febbraio 2018, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio
Chi ha mai visto un desiderio, un pensiero o un’intenzione? A partire da Cartesio, filosofi e scienziati hanno concepito desideri, credenze, intenzioni come “cose che stanno nella testa” e che, come tali, non si possono vedere. Ma è davvero così? Quello che i ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) guidati da Cristina Becchio hanno messo a punto è un metodo per misurare l’osservabilità degli stati mentali. A rendere ‘osservabili’ gli stati mentali sono piccole variazioni nel pattern di movimento, variazioni così piccole da risultare quasi-invisibili. Il metodo messo a punto dai ricercatori IIT consente di ‘catturare’ queste variazioni e comprendere come sono codificate a livello cerebrale. Un salto senza limiti tra il passato e il futuro. Un ponte tra la filosofia e le scienze cognitive che è valso a Cristina Becchio l’assegnazione di un importante finanziamento da parte dell’ERC (European Research Council).
Cristina Becchio è ricercatrice all’IIT di Genova dove coordina il gruppo C’MON Cognition, Motion and Neuroscience (C’MON Unit), e professore ordinario presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino. Dopo aver studiato Filosofia, nel 2001 è entrata a far parte di un programma di Dottorato in Scienze Cognitive. Dal 2004 si dedica allo studio del rapporto tra cognizione e movimento. La sua ricerca si concentra sul controllo e la percezione del movimento del corpo durante l’interazione sociale umana, in particolare sulla capacità di decodificare gli stati mentali degli altri a partire dall’osservazione del movimento.
Nel 2013 vince lo Starting grant da parte dell’ERC.