Cio che non sei – Letteratura
ciclo di incontri
dal 26 ottobre al 22 novembre 2010
Palazzo Ducale e
auditorium Montale
Ingresso libero
LETTERATURA
La famiglia e i disturbi alimentari
Laura DALLA RAGIONE e Martita FARDIN
Sala Minor Consiglio, Palazzo Ducale
martedì 26 ottobre / ore 17.45
Saluti inaugurali della rassegna
Luca BORZANI – Presidente Fondazione per la Cultura
Barbara MASINI – Responsabile Centro dei Disturbi del Comportamento Alimentare A.S.L. 3 Genovese
Enrica PERILIO – Rappresentante A.F co. D.A, Familiari, Genova
Laura DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, ha fondato e dirige il “Centro Disturbi del
Compor tamento Alimentare Palazzo Francisci” della USL2 di Todi – una delle prime strutture pubbliche
italiane interamente dedicata al trattamento intensivo di anoressia, bulimia – e il Centro DAI di Città
della Pieve. é supervisore dell’analoga struttura a Chiaromonte (Potenza) e della struttura Villa Miralago
a Varese. Collabora con il Ministero Gioventù e con il Ministero della Salute ed é autrice di numerose
pubblicazioni, tra le quali: “La casa delle bambine che non mangiano” (Il Pensiero Scientifico, 2005),
“Il cuscino di Viola” (Diabasis, 2006), “L’anima ha bisogno di un luogo” ( Tecniche Nuove 2007),
“Giganti di argilla” (Pensiero Scientifico 2009).
Martita FARDIN, giornalista, si occupa di cultura, recensioni di libri e servizi sulle tendenze giovanili.
Nasce tra le pagine del suo blog ed é proprio in quelle stesse pagine che il primo romanzo, “ValeANA”,
(Edizioni Elliot, 2009) prende forma. Seguito con entusiasmo e critica costruttiva in rete, il racconto si
trasforma in un libro vero e proprio. ValeAna é una diciottenne afflitta dall’anoressia che la scrittrice
racconta in modo sintetico, incisivo, talvolta crudo. Il libro punta dritto al cuore sviscerando gravi
conflitti generati – all’interno di una famiglia borghese – per incomprensione e assenza di amore.
ValeANA é un corpo divorato dal “male del secolo” la cui mente sacrifica fino all’osso, imitando la
sofferenza del Cristo in croce, per nutrire il dolore interiore che si rivela, in tutta la sua drammaticità,
proprio attraverso l’annullamento fisico. Un disturbo alimentare che dovrebbe far riflettere sia giovani
che adulti.



















