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Flaminio Gualdoni

Flaminio Gualdoni

Piero Manzoni
Merda d’artista e altre storie

 
16 novembre 2016, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio

 
 
 

6 febbraio 1963: ad appena trent’anni Piero Manzoni viene trovato morto nello studio di via Fiori Chiari a Milano, stroncato da un infarto. Da quel momento in poi è la sua fama di personaggio provocatore e scapestrato ad affermarsi, insieme all’opera più dissacrante, la Merda d’artista che entra nella leggenda e nell’immaginario collettivo.
Ma cosa c’è in realtà prima, dopo e dietro quei trenta grammi di provocazione geniale?
Le notti di “dolce vita milanese” e le scorribande giovanili in bicicletta, le prime prove sotto il patrocinio di Fontana alla ricerca di un’identità artistica personale, il sodalizio con i giovani artisti a lui contemporanei, le collaborazioni con i movimenti d’avanguardia internazionali di cui diventa un esponente ricercato e riconosciuto.
A imporsi fortemente, nel continuo e incessante sperimentare attraverso ogni mezzo ‒ dalla pittura ai progetti per ambienti immersivi ‒ è il nocciolo duro e compatto di un’avventura estetica attorno all’essenza stessa dell’opera d’arte. È un impegno ostinato di cui la vita, nel suo duplice connotato di ordinarietà ed eccezionalità, non può che essere parte integrante. Scrive Manzoni: “C’è solo da essere, c’è solo da vivere.”

Flaminio Gualdoni
Lombardo come Piero Manzoni, nato a Cuggiono (Mi) nel 1954, insegna storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Ha diretto la Galleria Civica di Modena, i Musei Civici di Varese, la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. Dal 2006 tiene la rubrica “Il criptico d’arte” sul Giornale dell’arte.
Tra i suoi libri più recenti si ricordano: Arte in Italia 1943-1999, 2000; Il trucco dell’avanguardia, 2001; Arte classica, 2007; Arnaldo Pomodoro. Catalogo generale, 2007; Una storia del libro, 2008; Art, 2008; Dizionario Skira dei termini artistici, 2010; Storia generale del Nudo, 2012; Piero Manzoni, Vita d’artista, 2013; Breve storia della “Merda d’artista”, 2014; Claudio Costa. Nei materiali dell’umano, 2014.

Per la prima volta il ciclo Novecento italiano oltre il pop affianca le relazioni degli esperti all’ esposizione di alcune opere provenienti da un’importante collezione privata milanese: in questa sala, dal 16 novembre all’ 11 dicembre, una selezione di lavori di Manzoni, Fontana, Rotella e Boetti offrono lo spunto ai relatori per raccontare al pubblico il ruolo di questi maestri nell’Italia del Dopoguerra, del boom economico e del consumismo, con voci talvolta molto diverse dalla parlata Pop.





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