La cura delle norme. Oltre la corruzione delle regole e dei saperi
giovedì 30 gennaio 2020, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio
Lo stato della giustizia penale è lo specchio della salute morale di una società. Quando i suoi modi e campi d’intervento superano certi livelli di guardia, ci si trova di fronte a quella patologia culturale, prima ancora che giuridica, che è l’‘eccedenza’ di sanzioni vistosamente esibite, ma spesso prive di efficacia (specie dove invece dovrebbero averne di più): sintomo della regressione a una condizione primitiva, ‘sacrificale’, ansiosa di trovare capri espiatori prima di capire e di saper vedere i problemi. Ciò costituisce anche una forma di corruzione delle regole di convivenza, la quale è al contempo causa ed effetto della corruzione propriamente detta, pubblica e privata, a cui con leggi recenti si è cercato di porre rimedio, ma che continua a pesare come un macigno sul futuro del Paese e specialmente dei suoi giovani. Non è però dall’ennesima riforma legislativa che ci si può attendere la ‘guarigione’ da un tale groviglio di corruzioni. Occorre soprattutto prendersi cura delle norme, giuridiche e non: un compito per tutti, perché ognuno – individuo o istituzione – dovrebbe dotarsi almeno un po’ di quella ‘nobiltà di spirito’ necessaria per volgere nuovamente lo sguardo verso la luce del sapere e dei saperi, giusti in quanto capaci di ascoltare veramente le storie delle persone e delle comunità e di allontanare la diabolica tentazione divisiva della violenza e dell’inganno. Luce cui sa ispirarsi non l’impaziente Faust, ma Ifigenia, testimone meravigliosa di umanesimo etico e protagonista del dramma omonimo di J. Wolfgang Goethe. Attorno a questo grande scrittore (e giurista) tedesco innamorato dell’Italia, che “non conosceva risentimento”, il libro annoda i fili di un dialogo appassionato e rigenerante tra letteratura e diritto, tesse una trama di percorsi tra i quali il lettore è invitato a trovare da sé la via per rispondere alla grande domanda di giustizia che non smette di interpellare ogni essere umano degno di questo nome.
Gabrio Forti è professore ordinario di diritto penale e criminologia e direttore dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale (ASGP) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui Colpa ed evento nel diritto penale (1990), L’immane concretezza. Metamorfosi del crimine e controllo penale (2000). Ha curato, insieme a Claudia Mazzucato e Arianna Visconti, i primi tre volumi della serie Giustizia e letteratura (2012-2016) e, con Alessandro Provera, il quarto, La Grande Guerra. Storie e parole di giustizia (2018): pubblicati da Vita e Pensiero, raccolgono i risultati dei cicli didattici ancora in corso dedicati al rapporto tra diritto, giustizia e letteratura. Ha recentemente coordinato, insieme a Claudia Mazzucato, Stefania Giavazzi e Arianna Visconti, una ricerca internazionale promossa dalla Commissione Europea, dal titolo: Victims and Corporations. Implementation of Directive 2012/29/EU for victims of corporate crimes and corporate violence.