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Le radici psicologiche del pregiudizio

argentieri

29 aprile 2016, ore 17.45
Munizioniere

 
Simona Argentieri
 

L’accezione generale del pregiudizio, del quale si sono occupate tante discipline, è quella di un giudizio anticipato rispetto alla valutazione dei fatti -o meglio- dell’esperienza dei fatti; e non è difficile trovare un generale accordo nel deprecare il danno che le idee preconcette infliggono alle relazioni umane. I pregiudizi degli individui -e ancor più delle collettività- intossicano certo la convivenza civile e generano ingiustizia. Ogni pregiudizio, inoltre è sempre un portatore di violenza, seppure talvolta sotto le forme subdole e deresponsabilizzanti della verità rivelata, delle teorie scientifiche o addirittura degli ideali.
Le divergenze cominciano quando dalle generalizzazioni si scende sul terreno spicciolo e concreto. Con un po’ di malizia, si può dire che ciascuno considera opinioni sensate ed oggettive le proprie e pregiudizi quelle contrastanti degli altri.
Sul piano dei contenuti, si possono individuare una infinità di pregiudizi -razzisti, sessisti, religiosi, culturali …- La grande storia e la quotidianità spicciola di ogni tempo sono costellate da possibili esempi, e sempre la conflittualità che si scatena tra le opposte fazioni è altissima. E’ tristemente noto, infine, che tentare di smontare una convinzione preconcetta con argomentazioni razionali è un’impresa il più delle volte destinata al fallimento.
In questa occasione, vorrei affrontare il problema dei pregiudizi da un vertice psicoanalitico: non quello dei contenuti -variabili e storicamente determinati- ma quello delle modalità interpersonali ed intrapsichiche -affettive e cognitive- che conducono alla deformazione del pensiero.
 
Simona Argentieri è membro ordinario e didatta dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell’International Psycho-analytical Association. Tra i suoi libri: Il padre materno (1999 e Super ET Opera Viva 2014); La Babele dell’inconscio (2003 con J. Amati e J. Canestri); L’ambiguità (Einaudi, 2008); A qualcuno piace uguale (Einaudi, 2010); In difesa della psicoanalisi (Einaudi 2013, con S. Bolognini, A. Di Ciaccia e L. Zoja). Collabora con l’«Espresso» e «Micromega». Docente di Psicopatologia presso la Sede di Genova della SPC



rassegna Oltre il pregiudizio e la violenza





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