presentazione del libro Vita? O Teatro? di Charlotte Salomon
martedì 25 febbraio 2020, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio
Vita? O Teatro? è un’opera straordinaria, che si colloca in maniera del tutto originale al crocevia tra pittura, letteratura, musica, testimonianza e documentazione storica. Tommaso Montantari presenta il libro recentemente pubblicato dalla casa editrice Castelvecchi, una vera e propria opera d’arte, tra le più significative nate dall’esperienza tragica dell’Olocausto, realizzata in un linguaggio che mescola fumetto, pittura e scrittura.
Charlotte Salomon è stata l’ultima studentessa ebrea dell’Accademia di Belle Arti di Berlino. Alla fine del 1938, dopo la Notte dei Cristalli, Charlotte fuggì via dalla Germania e trovò rifugio dai nonni materni, nei dintorni di Nizza. Qui Charlotte scoprì che la famiglia materna era segnata da una lunga catena di suicidi, quello della madre e quello della zia di cui portava il nome.
Dal 1940 al 1942, isolata in un paese di cui non parla la lingua, minacciata dalla furia nazista e da una tragica situazione familiare, Charlotte trova nella sua arte una via per sopravvivere: dipinge più di mille tempere dai colori intensi e luminosi, realizzate esclusivamente con i tre colori primari e il bianco, in cui si avverte in particolare l’eco dell’Espressionismo tedesco. Nei testi trascrive la sua storia, percorsa da una forte vena poetica, a tratti anche da un’ironia sconfinante nel sarcasmo, e sostenuta da ampi riferimenti musicali. Da questo insieme Charlotte sceglierà 781 tempere che formeranno, insieme ai fogli manoscritti, il romanzo della sua vita: Vita? o Teatro? Un Singspiel. Alla fine del settembre 1943, Charlotte e il compagno vengono denunciati, arrestati e poi deportati ad Auschwitz. Incinta di cinque mesi, Charlotte viene probabilmente uccisa tre giorni dopo l’arrivo.
Le tempere e i fogli manoscritti sono miracolosamente messi in salvo dal suo medico e dall’amica americana Ottilie Moore, e saranno consegnati al padre – sopravvissuto alla deportazione – solo nel 1947. Quasi venticinque anni dopo, nel 1971, consapevole dell’importanza di questi dipinti, il padre decise di affidarli al Jewish Histoical Mueseum di Amsterdam, grazie al quale sono stati conservati in questi anni.